Teatro

Lina Sastri si rivela in un libro-intervista

Lina Sastri si rivela in un libro-intervista

Dalla curiosità di Ignazio Senatori emerge un dipinto colorato, solare e poliedrico dell'attrice e cantante partenopea. Un documento inedito e ricco di aneddoti, esperienze di vita e ricordi.

La fortuna dell’attore, quella di salire su un palco ed emozionare lo spettatore affamato. Di questa grande fortuna è riconoscente Lina Sastri, donna talentuosa e sensibile che ha donato il suo vissuto artistico all’orecchio attento di Ignazio Senatori.  Mi chiamo Lina Sastri, questo il titolo della raccolta di conversazioni edito dalla Guida Editori nel quale Lina si racconta senza riserve (è presente anche uno scritto di Giulio Baffi). 
Dagli esordi ai grandi successi in teatro e televisione, passando per gli incontri con i grandi, da Eduardo a Woody Allen a Turturro, Lina Sastri con lucida descrizione ripercorre la sua biografia. Che naturalmente, è provvisoria. Perché di energia ne ha da vendere, ed ha ancora molte esperienze da completare.

Dove nasce la necessità di raccontarsi in un libro, per lei che è ancora giovane?  
Grazie per questa prima bella domanda. Nasce non da me ma da Ignazio Senatore, giornalista e psichiatra. E’ un mio ammiratore, ha seguito alcune cose mie dove ero protagonista ed ha voluto realizzare una lunga intervista su di me. E’ una biografia fino ad oggi, perché naturalmente tante esperienze devo ancora vivere. Diciamo che è stata una sua esigenza più che la mia.                    

Quale episodio ha condiviso con più piacere e quale con più rammarico?    
Non saprei dirlo onestamente. Accanto a questa pubblicazione se ne è affiancata un’altra, un cofanetto contenente 2 cd ed 1 dvd intitolato ‘Appunti di viaggio’, tratto dall'omonimo spettacolo che ho portato in tournee nei più grandi teatri italiani. E’ tutto in parte passato ed in parte presente. Recentemente ho partecipato con un tributo in memoria di Pino Daniele, in questa occasione mi sono resa conto di quanto è difficile memorizzare con precisione i momenti. Di esperienze ne ho vissute moltissime, partendo dallo spettacolo Masaniello per passare a Sei personaggi in cerca d’autore, alle collaborazioni con Patroni Griffi, Nanni Loy, Eduardo De Filippo, Tornatore. Sono tutte prime volte, come i primi amori. Così penso a tutto questo.                   

Ha riletto il libro?                   
No non ho riletto, tanto so già cosa c’è scritto! E’ concreto, semplice. ‘Mi chiamo Lina Sastri’, come il mio spettacolo. So tutto!   

La solitudine dell'artista. In quali momenti della vita ha capito di poterla sublimare e trasformare in arte?                       
Ogni volta che stai per entrare in scena. Ti porti dietro una giornata intera, che non è mai la stessa. Ti permette di dare valore alla vita, il teatro è meraviglioso da questo punto di vista, ti da possibilità che al cinema, ad esempio, non hai. Al cinema la scena la vivi una, due volte. A teatro no. Ma la solitudine l’ho capita con gli anni, quella solitudine di cui mi parlava Eduardo. Prima ero troppo giovane, forse anche stupida. Sei solo con te stesso, con i tuoi sogni, visioni, emozioni che diventano poi patrimonio di tutti.

Voleva farsi suora e qualche volta ci pensa. Perché, che immagine rappresenta?   
Rappresenta la non solitudine, la condivisione (un po come il teatro, quando si forma una compagnia), la preghiera, la misericordia, la devozione, la sofferenza. E’ un abito da non cambiare, segno che l’esteriore non ha nessun valore. La suora per me è tutto questo.                   

Raccontare dei suoi fortunati incontri artistici, sono state fotografie delle quali ha scoperto dettagli che le erano sfuggiti?          
Si. Soprattutto nel mio incontro con Eduardo. Come ho accennato sopra ero giovane, anche presuntuosa come lo sanno essere i giovani. Ho capito solo dopo il valore dei suoi insegnamenti. Li ho scoperti quando sono cresciuta.

Leggendo tra le righe di questa sua lunga intervista letteraria, emerge chiaro che non smetterà di cercare, sperimentare, sbagliare. Soprattutto raccontarsi. Sceglierebbe a questo punto un libro, uno spettacolo teatrale oppure un cd/dvd?
Sceglierei di realizzare un film, di cui ho anche la sceneggiatura: ‘Le cose di Ninetta’, un simbolo, mia madre, sotto il quale anche mio fratello ha aperto un ristorante perché Ninetta non si arrende, è grande Ninetta! Vorrei avere questa possibilità, ma so che è difficile e quindi rimango con il mio amato teatro, magari fondando una compagnia dove poterlo vivere ‘alla vecchia maniera’. Inoltre, mi piacerebbe portare la mia musica nel mondo. Che poi sarebbe portare il mio teatro, dato che sono strettamente legati.  Ma per una volta, vorrei che la musica avesse lo stesso destino del mare.